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Immagine del redattoreSofia

In partenza per l'Antartide

Antartide - Novembre 2019


Suona la sveglia. Sono le 4.30 del mattino del 6 Novembre 2019 e mi trovo in una stanza d’hotel a Christchurch in Nuova Zelanda, e a una decina di km dall’Antarctic Center da cui partono voli militari per l’Antartide. Saremmo dovuti partire qualche giorno fa, ma un’ora prima del decollo, durante l’ultima ispezione all’aereo, è stato trovato un guasto meccanico. Siamo quindi dovuti rimanere a terra per qualche giorno in attesa che il guasto fosse riparato o che ci fosse mandato un altro aereo.

Ieri sera rientrando in camera ho trovato un foglio sotto alla porta. Ci comunicano che l’aereo è stato riparato e che siamo pronti a partire. Una navetta passera’ a prenderci stamattina alle 5.


Mi alzo, chiudo velocemente le valigie e esco dalla stanza. La navetta é pronta. Salgo e mi siedo sul sedile davanti. É la mia prima missione al Polo Sud e non so cosa aspettarmi ma dire che sono emozionata è poco.


Arriviamo all’Antarctic center e aspettiamo che l’aereo sia ispezionato per l’ultima volta. Si arriva al Polo Sud dalla Nuova Zelanda in due voli. Il primo da Christchurch a McMurdo station, sull’isola di Ross. Il secondo da McMurdo a South Pole Station, che si trova proprio al Polo Sud geografico, al centro del deserto più grande del mondo: l’altopiano antartico.

Dopo due ore ci comunicano che tutto è pronto. L’aereo ha passato l’ultimo controllo e il tempo è buono per volare. Siamo pronti a salire in aereo.  

L’aereo é un LC-130. Un aereo da cargo militare della U.S. Air Force. Non c'è tanto posto per i passeggeri. Non ci sono nemmeno sedili veri e propri. Solo degli strapuntini di stoffa tra tubi di metallo installati sulle pareti laterali dell’aereo.

Per il viaggio siamo costretti ad indossare tutta la nostra attrezzatura ECW (Extreme Cold Weather) per questioni di sicurezza. Con un giacchetto enorme e degli stivaloni pressurizzati è ancora più difficile sedersi su quei "sedili". 

L’aereo accende finalmente i motori, e il rumore è assordante. Mi metto i tappi alle orecchie, offerti dai militari, sotto le cuffie anti rumore. Non è veramente abbastanza da coprire il rumore, ma va molto meglio. Finalmente decolliamo.


Il volo dura circa 8 ore e mezza. Sono seduta, appoggiata alla parete dell’aereo. Ci sono pochissimi finestrini, e non è possibile guardare fuori mentre si sta seduti. La vista è sul cargo dell’aereo e su due militari che ogni mezz’ora iniziano a camminare avanti e indietro con una torcia in mano e minuti per ispezionare le tubature interne dell’aereo e assicurarsi che non ci siano perdite o guasti.

Non voglio mangiare né bere. Il bagno in aereo é un imbuto di metallo attaccato al muro, con una tenda da chiudersi dietro. Non è un ambiente pensato per le donne. Mi metto il cappuccio a coprire la faccia e cerco di dormire. 


Dopo 8 ore di volo uno dei due militari fa cenno con le mani che stiamo atterrando. Il tempo è ancora buono, e sembra che possiamo atterrare senza problemi. L’aereo comincia a scendere di quota. Il carrello scende e finalmente tocchiamo terra. Siamo sull’isola di Ross.

Appena l’aereo si ferma, inizio a vestirmi: cappello, occhiali, guanti. Quando sono pronta inizio a camminare verso il portellone dell’aereo. 

Dopo qualche minuto finalmente il portellone si apre. Davanti a me un panorama quasi alieno. Il suolo bianco di un bianco che non avevo mai visto. Il cielo azzurro di un azzurro che non avevo mai visto. All’orizzonte una catena di montagne ghiacciate e un vulcano fumante, il monte Erebus. Il cuore mi va a tremila. Mi sento davvero atterrata su un altro pianeta. Totalmente diverso dal pianeta terra per come l’ho conosciuto fino ad ora.


In realtà poi, arrivando al Polo Sud mi sono resa conto che l’isola di Ross e la costa sono la parte dell’Antartide che più ricorda il pianeta terra. Ci sono catene montuose, l’oceano (anche se ghiacciato, per la maggior parte del tempo), ci sono pinguini, foche, balene e altri animali. Le temperature sono umane, d’estate la temperatura non scende al di sotto dei -20°C.

Mentre il Polo Sud e l’altopiano antartico sono veramente un pianeta alieno. Un deserto ghiacciato che non ospita nessuna forma di vita, perché nulla sopravvive. Le temperature, e soprattutto la temperatura del vento, anche d’estate scendono fino a -50°C e d’inverno arrivano anche fino a -100°C.


Oggi, alla vigilia della mia quarta missione al Polo Sud, ricordo ancora perfettamente le farfalle nello stomaco che ho sentito quando quel portellone si è aperto e ho avuto davanti agli occhi, per la prima volta, quel paesaggio bianco e desolato. E nonostante, a 5 anni di distanza, in quel mondo alieno di momenti toccanti ne abbia vissuti tantissimi, questo rimane uno di quelli che ricordo ancora con la pelle d’oca.


Sofia


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"Prima missione in Antartide, sono emozionata"
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"Un panorama quasi alieno"
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Nel deserto ghiacciato
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