Zhangjiajie, Hunan, Cina, Agosto 2024
Era il 2018 quando ho scoperto, grazie al viaggio di una mia collega del tempo, che il mondo di Pandora di Avatar esiste davvero. Da quel momento mi sono sempre detta che prima o poi sarei andata a visitarlo.
Ci troviamo nello Zhangjiajie National Forest Park, nel cuore della provincia dello Hunan in Cina, conosciuta per la sua cucina molto piccante e per i suoi monti, laghi e fiumi che coprono circa l’80% della superficie del suo territorio. Quest’anno la destinazione del nostro viaggio estivo è la Cina, in particolare la provincia dello Yunnan, famosa per la sua diversità culturale e biologica, ma non poteva mancare un extra tappa in questo incredibile Parco nazionale.
Arriviamo a tarda sera, dopo un lungo viaggio intercontinentale e due scali. Arrivati al nostro ostello, il ragazzo alla reception, con un nome impossibile da pronunciare, ci accoglie con un sorriso e una tazza di tè, gesto che fa parte della tradizione cinese, e, mostrandoci una mappa, con un inglese impeccabile ci racconta tutto quello che dobbiamo sapere per la visita del Parco, pianificata per il giorno seguente.
Sveglia ore 6.30, colazione e via camminando verso l’entrata. Mi era stato detto che avrei trovato tanta gente, ma mai avrei immaginato quelle immense folle che abbiamo visto in Cina. Infinite metri di code che, con mio stupore continuo, si smaltiscono in qualche minuto grazie all’eccessiva efficienza cinese abituata a gestire grandi flussi: “i cinesi sono tanti!”.
Il nostro giro è ben organizzato e chiaro, dal momento che abbiamo solo un giorno per visitare l’intero parco (anche se i consigliati sono almeno due) e, non sapendo una parola di cinese, se non per il frasario della Lonely Planet sempre con noi, tutto è abbastanza confusionario.
Prendiamo la funivia verso il Monte Tianzi e dopo un centinaio di metri, tra le nuvole basse mattutine, si apre davanti a noi uno degli spettacoli più belli mai visti: una serie di picchi, in parte rocciosi e in parte coperti di verde, nascosti tra la nebbia. La montagna più alta raggiunge i 1216 m.
Sarebbe stato molto bello godersi quel panorama salendo a piedi, con un’ora e mezza di camminata, ma il poco tempo che abbiamo a disposizione non ce lo permette.
L’area del monte Tianzi è la più spettacolare del parco, anche se è necessario uscire dalle vie più turistiche per apprezzare ancora di più la sua bellezza e i suoni della natura.
In Cina tutto è raggiungibile con un’infrastruttura, che spesso non solo rovina l’essenza del luogo ma contribuisce a un sovraffollamento che spegne completamente la sua autenticità. Per questo, in questo Paese, ma forse anche in altri posti colpiti dall’overturismo, quando qualcosa è al di fuori delle vie principali, non è, per certo, invaso da turisti.
Durante la nostra giornata tra mille gradini e sentieri in salita in mezzo alla foresta, ci troviamo in luoghi remoti del parco, quasi in solitaria, con la possibilità di ammirarne lo spettacolo in silenzio.
L’area, che si dice abbia dato ispirazione a James Cameron per il film Avatar, più famosa e più visitata, è la Yangjiajie, raggiungibile facilmente dal 2002 con l’ascensore di Bailong. Questa struttura, malgrado sia un’opera architettonica straordinaria, ha reso accessibile quest’area remota quando prima ci volevano ben 2 ore di camminate in salita. Lo spettacolo che ti trovi davanti è effettivamente indescrivibile ma la quantità di gente (99% popolazione cinese) e tutte le attività commerciali create ad hoc, tra cui anche fast food americani, influenza l’esperienza in modo negativo.
Io sono amante della montagna, innamorata follemente delle Dolomiti, ma le montagne del Parco Nazionale di Zhangjiajie sono qualcosa di unico al mondo che vale la pena vederle almeno una volta nella vita.
Sara
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